Galateo musicale

Con galateo musicale o da concerto intendiamo quell’insieme di norme sociali e di comportamento osservate da chi assiste a spettacoli musicali. Queste norme variano a seconda del tipologia di musica e possono essere severe o informali.

 

galateo musicale

Musica classica occidentale

 

Il galateo da concerto, come la musica, si è evoluto nel corso del tempo. Per compositori come Mozart, ad esempio, era del tutto normale, che la gente conversasse, addirittura mangiasse, durante un brano,  o potesse applaudire ad un piacevole effetto musicale. Si potevano anche bissare i singoli movimenti in risposta all’apprezzamento del pubblico. Fino alla seconda metà del XVII secolo i concerti avevano luogo esclusivamente presso le corti, le chiese, le case nobiliari o borghesi, ad opera di esecutori alle dirette dipendenze o ospiti del sovrano o mecenate di turno, per un ristretto gruppo di invitati.

I primi concerti pubblici a pagamento furono organizzati a Londra da J. Banister a partire dal 1672, per poi diffondersi in tutta Europa. Si deve a Mahler una primo significativo giro di vite sulle claque pagate per applaudire i singoli esecutori e l’esplicito divieto di intervallare con applausi i singoli movimenti dell’esecuzione dei Kindertotenlieder. L’evoluzione verso un ascolto rigoroso e assolutamente concentrato sulla musica trova il suo culmine con l’innovazione wagneriana del teatro di Bayreuth, a cui si deve, tra l'altro, l’invenzione della buca d’orchestra e del buio in sala.

Questa evoluzione delle regole di ascolto ha portato al consolidarsi di un vero e proprio codice a cui bisognerebbe attenersi. Il principio base è quello di lasciare che gli altri possano ascoltare indisturbati la musica. Strumenti e voci in genere non sono amplificati e la musica classica è ricca di dettagli e include anche note suonate pianissimo. Il pubblico deve poter riuscire a cogliere tutti i passaggi e di conseguenza, il normale standard di cortesia è semplicemente quello di osservare il più assoluto silenzio durante l’esecuzione. Assolutamente banditi chiacchiericcio e, neanche a dirlo, suonerie di telefonino. In teoria, si dovrebbe cercare di sopprimere anche starnuti e i colpi di tosse, Daniel Barenboim in un recital suggerì con un gesto di affogare i colpi di tosse, puntuali come le tasse, in un fazzoletto, o comunque concedersi qualche licenza in più, solo durante i passaggi con un volume più sostenuto.

È richiesta una rigorosa puntualità nell’arrivo in sala per prendere posto prima dell’inizio dell’esecuzione, per i ritardatari è buona costumanza, invece, attendere i momenti di pausa concessi dall’esecuzione per recarsi al proprio posto.

 

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Aspetto esteriore

Per quanto attiene all’aspetto esteriore ci affidiamo alle parole di Paolo Isotta, il quale scrive: “Il tema dell'abbigliamento e, più in generale, dell'aspetto esterno, ch'è un messaggio, degl'interpreti, in particolare dei direttori d'orchestra, basterebbe per un libro. Qui lo sfioriamo appena. Il senso dell'opportunità, che le nostre nonne chiamavano dell'à propos, della dignità (son maintien) essendosi del tutto perduto, non esistono più punti di riferimento obbiettivamente validi.

A un'esecuzione della solennissima e funerea Messa in Fa minore di Bruckner ci toccò vedere le soliste di canto indossanti gonne con spacco fino all'inguine, trucco, con rispetto parlando, da travestiti di circonvallazione esterna; e da queste partiva un olezzo marzolino di deodorante ascellare che, invadendo la sala, induceva all'ammirazione per il celebre maestro a pochi centimetri eroicamente sul ponte di comando. Naturalmente del direttore cale assai di più. Un tempo, il frac era un abito di società; oggi dovrebb'esserlo ancora per rispetto alla musica e all'occasione festiva ("festa" ha un'etimologia religiosa, come tutti sanno) del concerto o della rappresentazione.

Lo portano come un costume teatrale, da pagliaccio. [...] La rinuncia al frac per certi melancolici completi di "Tasmania" a tre quarti, o sette ottavi (nulla a che vedere col Valzer della Patetica, ch'è in cinque quarti), è rimedio peggiore del male”.

 

Applausi

Veniamo alla questione applausi che, nell’ambito della musica classica, possono essere effettuati solo in determinati momenti, anche se c’è chi contesta questa rigidità come il celebre pianista Emanuel Ax, sostenitore di una vera e propria crociata, che ha visto favorevole anche Accardo, per liberare l’applauso anche tra un movimento e l’altro. In attesa di vederlo vincitore in questa battaglia, bisogna attenersi all’etichetta, che vuole si possa rivolgere un applauso di benvenuto, sempre molto contenuto, rivolto all’ingresso degli esecutori, del direttore e all’apertura del sipario. L'applauso, secondo questo codice non scritto, non va mai  fatto partitire tra un movimento e l'altro di una composizione ma sempre e solo alla fine.

Al termine dell’esecuzione, l’applauso si fa dopo alcuni secondi per concedere agli esecutori il tempo di distogliersi dalla concentrazione. L’intensità dell’applauso può variare in base al gradimento da parte del pubblico e se l’applauso si prolunga, si può dar luogo al bis. Quando il maestro farà un segnale al primo violino alla sua sinistra, vorrà dire che il concerto è finito.

L’opera lirica ammette, invece, l’applauso dopo un’esecuzione particolarmente riuscita di un’aria da parte dei cantanti, anche se interrompe il lo la continuità del discorso musicale. Per quanto riguarda l’applauso finale, scrive Isotta: “Alla fine di ogni recita operistica è invalsa l'abitudine, come si dice in gergo, di "fare quadro". Il sipario si rialza su tutti gli interpreti dell'ultima scena, resuscitati gli eventuali morti. Poi, tutti, compresi gli assenti all'ultima scena, al secondo levarsi della tela si presentano uno alla volta, in ordine inverso rispetto all'importanza del ruolo. Le masse restano in fondo. Così tutti i cantanti applaudono, a uno a uno, l'orchestra ed il coro; e ne sono applauditi.

Il direttore d'orchestra, di solito costretto alla gentil finzione d' esser trascinato, recalcitrante, dalla Prima Donna, applaude l'orchestra, il coro e i singoli cantanti. Regista, bozzettista, figurinista, con eventuali assistenti, datore luci (oggi definito "light designer" [...]), maestro del coro, ci sottopongono anch'essi all'estenuante messinscena. E' ridicolo oltre che falso, ben noti essendo i sentimenti reciproci da ciascuno nutriti. Gli applausi sono di pertinenza solo del pubblico. Men che meno il direttore applauda dal podio un cantante dopo una Romanza: appare ruffiano o autoincensatore, in quanto responsabile supremo”.

 

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Fischi

Sempre nell'ambito della musica operistica, si pone anche la questione dell’espressione del dissenso nei confronti di una performance non ritenuta all’altezza, i sempre temuti fischi dei loggionisti, vere forche caudine di ogni artista d’opera. Anche su questo ci sentiamo di sottoscrivere quanto raccomanda sempre il musicologo napoletano, quando osserva: “Si ribadisce ad nauseam che il pubblico ha il diritto di dichiarare, anche col fischio, di non aver gradito la prestazione degli interpreti. Ma ha il dovere di rispettarli nello sforzo comunque terribile che essi compiono. Intonare, pronunciare, fraseggiare, respirare, deglutire, recitare, sotto i riflettori, spesso non riuscendo essi ad ascoltarsi a vicenda né ad ascoltare l' orchestra: situazione da acustica della Scala. I fischi durante la recita sono quanto di meno sportivo, di più sleale possa concepirsi: giacché, vogliano o non vogliano, hanno il risultato obiettivo d' influire sulla prestazione stessa, peggiorandone il risultato”.

 

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Rock e metal

 

La musica rock e generi simili sono eseguite con strumenti amplificati, spesso a volume molto alto, e tendono ad essere dinamicamente più uniforme rispetto musica classica. Così suoni prodotti dal pubblico sono molto meno dannosi per il godimento musicale di altri e sono molto più tollerati. Ai concerti di hard rock, punk o metal, spesso si forma davanti al palco una ressa in cui i singoli partecipanti effettuano quella sorta di danza nota con il termine di moshing, consistente in una serie di spinte e spallate reciproche effettuati in un clima di cameratismo vivace e reciproco coinvolgimento. È chiaro che il singolo partecipante che cade, deve essere prontamente aiutato a rialzarsi per non essere calpestato. I membri del pubblico che hanno familiarità con il testo di una determinata canzone, sono liberi di cantare insieme all’esecutore, in particolare, durante il ritornello delle canzoni.

Molto più libera e meno impegnativa anche la scelta dell’abbigliamento, che nella maggior parte dei casi opta in favore della praticità rispetto all’eleganza. Ai concerti heavy metal prevalgono abiti scuri ed elementi quali catene, cinghie borchiate e bracciali e vari capi in pelle sono comuni, anche si possono avere delle notevoli differenze tra i diversi stili. Molti concerti rock e metal si svolgono naturalmente con posti in piedi, ad eccezione di quelli che utilizzano club e sale da concerto; a volte, in particolare nell’ambito metal, è considerato un insulto per la band, seguire il concerto da seduti

Il rito dell’accendino per sottolineare un bis o uno dei pezzi più attesi, è stato nel tempo sostituito dai flash dei cellulari, dispositivi che la fanno ormai da padroni nei concerti pop, tra selfie e videoriprese anche, ci sia concesso, con qualche eccesso che andrebbe sempre evitato.

 

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Musica jazz

 

La musica jazz è eseguita in molti contesti e luoghi diversi in tutto il mondo. Quando il jazz viene eseguito in luoghi pubblici, come festival all'aperto, una tranquilla conversazione è di solito considerata accettabile. Quando si partecipa a una performance di jazz in un ambiente da concerto al coperto, segue un’etichetta molto simile a quella di un concerto di musica classica con una sola significativa eccezione: è considerato buona educazione applaudire dopo che ogni artista ha completato il loro assolo improvvisato. Anche apprezzamenti ed esclamazioni di approvazione durante la performance, offerte come reazioni alle improvvisazioni, sono ugualmente accettate.

 

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