Il ruolo della musica nei meccanismi di selezione sessuale era già stata ipotizzata da Darwin attraverso l’osservazione del comportamento animale, uno studio francese ha cercato di confermare scientificamente questa ipotesi.
Scriveva Darwin nel 1871 “…non sembra improbabile il sospetto che i progenitori dell’uomo, siano maschi o femmine, o dei due sessi, prima che avessero acquistato la facoltà di esprimere il loro vicendevole amore col linguaggio articolato, cercassero di allettarsi l’un l’altro con note o ritmo musicale…”.
Facendo un parallelo con il mondo animale dove il canto e, per così dire, la modulazione musicale è uno dei principali fattori in gioco nei rituali di accoppiamento, Darwin aveva ipotizzato anche nel caso degli esseri umani nelle prime fasi evolutive un ruolo decisivo della musica nella selezione sessuale. Una ricerca francese di qualche tempo fa ha cercato di dare una conferma sperimentale a tale assunto.
Esiste tutta una letteratura scientifica che cerca di definire le caratteristiche degli uomini che risultano essere maggiormente attrattive per le donne.
A differenza degli uomini, le donne possono avere un numero limitato di figli e questa condizione biologica spingerebbe il gentil sesso alla scelta di quei partner che meglio possono assicurare risorse e possibilità di sicurezza per sé e la propria prole.
Uno studio condotto da Gueguen & Lami ha dimostrato, ad esempio, che uomini che possedevano una macchina più costosa avevano più possibilità di ottenere il numero di telefono chiesto ad una passante.
In linea con gli assunti della Teoria Evoluzionistica e quella dell’Investimento Parentale di Trivers sembrerebbe che una buona condizione economica e la classe sociale siano importanti fattori capaci di incidere nella scelta del partener per le donne. Tuttavia, questo fattore potrebbe non essere l’unico, le capacità singolari e specifiche della mente umana, come il linguaggio e la creatività artistica, potrebbero anch’esse essere considerate come ornamenti sessuali. Insomma, l’intelligenza umana sarebbe come la coda e il canto del pavone, il prodotto di una precisa scelta femminile verso uomini con maggiori attitudini creative.
Come scrive Federica Godi: “Già in letteratura sono presenti studi che rivelano lo stretto legame tra musica e selezione sessuale. Sanders & Venmoth (1998) hanno evidenziato come le donne subiscano maggiormente l’influenza della musica nel periodo dell’ovulazione e Sluming & Manning (2000) hanno rilevato il rapporto tra secondo e quarto dito della mano, ritenuto essere un marker genetico della presenza di testosterone in epoca prenatale e quindi indicativo di una buona fertilità, evidenziando come questo fosse minore (quindi migliore) nei componenti di un’orchestra piuttosto che nella popolazione in generale”.
Sulla stessa linea di indagine si muove anche la ricerca condotta da l’Université de Bretagne-Sud, cui si accennava in apertura, la quale si è posta la domanda: potrebbe essere l’abilità musicale un elemento discriminante per le donne all’interno del processo di scelta del partner come accade per le altre specie?
In questa ricerca, un ragazzo di 20 anni, valutato precedentemente come molto attraente, ha fermato 300 ragazze per strada dicendo a ciascuna che la trovava molto carina e chiedendo loro il numero di telefono. Per un terzo dell'esperimento il ragazzo aveva in mano una custodia per chitarra, in un terzo una borsa sportiva e in un terzo non aveva niente con sé.
I risultati mostrano che, quando il ragazzo aveva in mano la custodia per chitarra, ha ricevuto risposta positiva (cioè il numero di telefono delle interpellate) nel 31% dei casi, il 14% quando non teneva niente in mano e solo il 9% quando teneva in mano la borsa sportiva. La sensibile differenza delle percentuali di risposta tra la prima condizione, quella con custodia per chitarra, e le altre due sembra confermare l’ipotesi degli autori che la musica possa giocare un ruolo nella scelta del partner.
Del resto, oltre a Darwin, nella sua intuizione poetica anche il grande Charles Schultz aveva illustrato l’irresistibile fascino del musicista nel personaggio di Schroeder, il pianista che venera Beethoven, oggetto dell'amore non corrisposto di Lucy che spesso si adagia sul piano mentre lui suona, per tentare l'ennesima, inutile avance.
Si narra che Sigmund Freud un giorno disse a Marie Bonaparte: “Nonostante i miei 30 anni di studi sull'animo femminile, c'è una domanda alla quale non sono stato in grado di rispondere: Cosa vogliono le donne?". Forse la risposta al rovello freudiano è presente fin dagli albori dell’umanità ed è quanto mai semplice e immediata: un musicista.