Si è assistito negli ultimi anni ad un fiorire di metodi per pianoforte che, sulla base delle diverse modalità di approccio allo studio dello strumento, cercano di apparire divertenti e accattivanti e capaci di portare risultati in modo veloce e semplice. Non sempre però la strada più semplice e immediata porta ai risultati migliori. In questo articolo proponiamo alcune dei metodi più affidabile e collaudati.
Nella storia dello strumento ci sono stati moltissimi grandi didatti che hanno scritto importanti metodi per pianoforte. Questi hanno subito nel corso del tempo sostanziali cambiamenti poiché è cambiato anche la modalità con cui ci si approccia allo strumento. Ancora fino a qualche decennio fa, i metodi per pianoforte erano concepiti nella loro struttura didattica pensando a coloro che dovevano applicarsi ad uno studio esclusivo dello strumento e richiedevano grande disponibilità di tempo e dedizione. Oggi, per molti, lo studio del pianoforte si affianca a tanti altri interessi e non di rado, al contrario del passato in cui chi iniziava un percorso di studio pianistico lo portava sempre a compimento, viene spesso abbandonato in vista del prossimo svago. Alla luce di questa diversa realtà, i metodi per pianoforte, attualmente, cercano di assumere una vesta accattivante, divertente e, soprattutto, molto meno impegnativa. Contestualmente si assiste anche ad un fiorire di metodi e approcci didattici che non sempre si dimostrano all’altezza; da questo punto di vista, è sempre meglio affidarsi a percorsi di provata e sperimentata efficacia, fermo restando che il requisito principale perché un qualsiasi metodo abbia un riscontro è metterci passione, costanza e impegno.
Metodi per pianoforte:
Il metodo Bastien è certamente uno dei migliori metodi per pianoforte soprattutto se si vuole insegnare lo strumento a bambini nella fascia dei 5-7 anni, ma può essere adatto anche per ragazzi e dispone di volumi specifici per allievi adulti. Pubblicato dalla ‘Neil A. Kjos Music Company’ a partire dal 1963 appare estremamente curato nella grafica e nei contenuti, costituisce un efficace percoorso per apprendere le principali nozioni relative all’esecuzione pianistica. Il metodo è preceduto da due livelli preparatori, A e B, specifici per bambini piccoli, dai cinque ai sette anni, costituiti a loro volta da due libretti, uno di pianoforte e uno di teoria e tecnica. Dopodiché vi è un livello intermedio, adatto ai bambini di circa sette anni, suddiviso in quattro volumi: il metodo di piano vero e proprio, la teoria, la tecnica e il repertorio. Dopo la serie preparatoria inizia la collana didattica principale, costituita da quattro livelli, ognuno dei quali è suddiviso in: “Piano”; “Teoria”; “Repertorio”; “Tecnica”; “A line a day sight reading” (quest’ultimo è un volume nella sola lingua inglese e dedicato alla lettura a prima vista). Si tratta di un metodo valido che aiuta a stimolare la musicalità proponendo melodie associate a parole da cantare, è strutturato secondo la necessaria gradualità, introducendo difficoltà progressive, mai impreviste o inattese. Se si vuole fare qualche rilievo, si può sottolineare una certa carenza nelle parti dedicate alla mano sinistra e il mantenersi costantemente su composizioni estremamente semplici. La collana di Bastien nel tempo si è andata ampliando attraverso la pubblicazioni di numerosi volumi che costituiscono un prezioso e utilissimo repertorio per i pianisti giovani e meno giovani: libri dedicati allo studio per gli adulti; raccolte di brani popolari; celebri canti natalizi; boogie, rock e country; sonatine americane; raccolte di famosi brani classici; ecc. arrivando così a costituire un grande tesoro musicale per il giovane, o meno giovane, pianista.
Molto efficace il metodo Cesi suddiviso in dodici fascicoli raccolti in due volumi 1-6 e 7-12. I dodici fascicoli sono divisi nel seguente modo: 1 – 20 esercizi; 2 – esercizi e scale; 3 – arpeggi; 4 – eguaglianza per le mani; 5 – note ribattute; 6 – articolazione del polso; 7 – tecnicismo delle ottave; 8 – legato; 9 – terze legate; 10 – doppie note; 11 – seste; 12 – meccanismo difficile. Si tratta di un metodo particolarmente strutturato e che presenta un percorso estremamente graduale che conduce l’allievo dalle nozioni estremamente semplici per arrivare ad affrontare tutte le più grandi difficoltà che un pianista possa immaginare di dover affrontare.
Uno dei più importanti e famosi metodi per pianoforte è senza dubbio quello di Ferdinand Beyer, che risale alla metà dell’ottocento. Consta di una raccolta di 106 semplici esercizi per pianoforte, di graduale complessità, destinati al primo insegnamento. Questo metodo rappresenta tutt’oggi uno dei testi di riferimenti della didattica di tale strumento. Il metodo è preceduto da una parte teorica, dove sono esposti gli elementi basilari della musica: notazione, divisione, intervalli, tempi, alterazioni, scale e accordi. Poi vi sono una serie di esercizi da quelli preliminari dedicati alle singole mani, prima la destra e poi la sinistra, dopo quelli dedicati alle due mani simultaneamente inizialmente con la mano sinistra suona in chiave di violino, partendo dal do centrale. Poi vengono i pezzi a due mani le cinque dita in posizione di Do maggiore poi si passa alla tonalità di Sol, anche se non c’è l’alterazione in chiave e così via a progredire nella tecnica pianistica fino ad arrivare alla scala di Fa maggiore, con alcuni brani in questa tonalità. L’ultima scala maggiore a venire proposta è quella di Si bemolle, con un solo brano per applicarla. Gli ultimi pezzi del metodo sono tutti in Do e Fa maggiore, con un leggero intensificarsi delle difficoltà, con la comparsa dell’acciaccatura, della semiminima con due punti, della croma puntata in 3/8. Dopo una pagina dedicata alla scala cromatica, troviamo gli ultimi due brani basati su figure di crome e semicrome e molti passaggi cromatici. Questo metodo rappresenta un valido ausilio didattico e la sua longevità basterebbe a testimoniarne efficacia e utilità. Inevitabile, tuttavia, che risenta del passare degli anni risultando per alcuni aspetti, come la conoscenza della chiave di basso e la lettura della mano sinistra, insufficiente e bisognoso di essere affiancato da altri strumenti di apprendimento.
Si tratta di un metodo pianistico sperimentale elaborato dal celebre compositore ungherese che fu anche un esperto e attento didatta. È composto da 153 pezzi di difficoltà progressiva in 6 volumi. L’intento di Bartok era quello di creare un ciclo didattico con intento pedagogico l’autore nella prefazione lo pr4esenta in questi termini: “I primi quattro volumi di questo ciclo di brani pianistici sono stati composti con l’intenzione di offrire ai principianti uno strumento di lavoro che comprenda nei limiti del possibile tutti i problemi che il futuro pianista incontra al suo debutto. I primi tre volumi sono destinati al primo oppure ai primi due anni di pianoforte… In fondo a questi quattro volumi si trovano degli esercizi … raccomandiamo di affrontarli prima dello studio dei pezzi. E’ necessario aggiungere che gli esercizi più comuni (esercizi ordinari per le cinque dita, passaggio del pollice, arpeggi, ecc.) non sono contemplati in questa pubblicazione contrariamente ai metodi abituali. Pezzi ed esercizi sono raggruppati per ordine progressivo secondo la loro difficoltà tecnica o musicale. Le indicazioni di metronomo, soprattutto nei primi tre volumi, non devono essere osservate che in modo approssimativo. I pezzi iniziali posso essere suonati più lenti o più veloci. Nel quinto e nel sesto volume in particolare le indicazioni di tempo devono essere strettamente osservate”
Più che un vero e proprio metodo è uno straordinario percorso di conoscenza all’interno delle più svariate forme musicali, che chi ha la costanza di intraprenderlo potrà sviluppare, oltre ad una solida tecnica pianistica, una notevole cultura musicale e un approccio multiforme e originale alla musica.
Elaborato negli anni novanta, rientra tra quei metodi per pianoforte moderni suddivisi in vari volumi di crescente livello ideati principalmente per giovani allievi. Tra i pregi una grafica chiara, la grande leggibilità e la presenza di accattivanti e simpatici disegni. Il metodo di primo livello contiene: 50 brani facili da suonare, un CD contenente tracce registrate con le esecuzioni di ogni brano, esercizi molto utili di tecnica, e lezioni sulle scale e sulla teoria musicale. Si tratta di un buon metodo moderno che tuttavia non approfondisce alcuni elementi (scale minori, arpeggi, esercizi, ecc.) e i brani presentati hanno nella maggioranza dei casi un uso della mano sinistra a sostegno della mano destra. Il rischio che si intuisce facilmente è quello di non sviluppare adeguatamente la mano sinistra sfruttandone tutte le potenzialità. Quello scarso sviluppo della mano sinistra è, in verità, uno dei limiti più comuni dei moderni metodi per pianoforte, che in virtù della diverse modalità di approccio cui si faceva riferimento all’inizio, cercano di permettere all’allievo di poter suonare nel più breve e semplice modo possibile.
Quello di Antonio Trombone è un altro dei metodi per pianoforte tra i più raccomandati da molti insegnanti ai lori allievi alle prime armi. Come avverte l’autore si tratta di un manuale che presuppone la conoscenza dei primi elementi di teoria e solfeggio. Il libro è diviso in tre parti. Nella prima parte troviamo: esercizi sulle cinque dita per l’impostazione della mano e l’indipendenza delle dita, scritti nella sola chiave di violino; 28 piccoli studi nella estensione delle cinque note a due parti indipendenti e con l’uso graduale delle dita della mano sinistra, sempre nella sola chiave di violino; esercizi per lo studio del legato e dello staccato. Nella seconda parte ci sono: 16 studietti nella estensione delle cinque note, in varie tonalità, nelle chiavi di violino e basso, preceduti da esercizi preparatori; esercizi per lo spostamento graduale delle mani e per l’agilità progressiva delle dita; esercizi preliminari di arpeggi senza il passaggio del pollice. Nella terza parte vengono proposti: 12 studi nella estensione superiore alle cinque note, senza il passaggio del pollice; esercizi preparatori al passaggio del pollice; scale maggiori e minori armoniche e melodiche per moto retto, raggruppate secondo le affinità di digitazione. È un metodo sintetico ma ben strutturato che privilegia più gli esercizi che i brani veri e propri. Molto simile nella ideazione al metodo Beyer rispetto al quale presenta il vantaggio di esercitare la meglio e prima la mano sinistra facilitandone indipendenza e autonomia.
Tra i metodi per pianoforte più recenti il metodo europeo per pianoforte di F. Emonts è uno dei più interessanti ed efficaci. Pubblicato per la prima volta nel 1992, presenta una grafica allegra e colorata. Come spiega il suo autore, il titolo del metodo nasce dall’intenzione di fornire ai giovani appartenenti al Vecchio Continente, anche all’interno della formazione musicale, l’opportunità di entrare in contatto con le culture di altri paesi e per questo sono forniti canti e musiche provenienti da ogni regione d’Europa. È suddiviso in tre volumi strutturati secondo una progressione di complessità. Il primo volume include dei pezzi molto semplici che inizialmente devono essere eseguiti dall’insegnante e per imitazione dall’allievo. Si arriva progressivamente all’utilizzo delle due mani spesso in maniera speculare per arrivare alla differenziazione maggiore/minore e allo studio delle tonalità di Re, Sol, La, sempre con brani sulle cinque dita, senza passaggio del pollice. Il primo libro termina con alcuni pezzi adattati da composizioni di Beethoven, Bartok e alcune melodie di derivazione popolare
Il secondo volume offre un ulteriore approfondimento con lo studio delle scale maggiori e quindi allo studio del passaggio del pollice, alle scale minori armoniche e melodiche. Interessante la sezione dedicata alle tonalità maggiori e relative minori, con aggiunte le rispettive cadenze. Concludono il secondo volume esempi di accompagnamenti di danza e canzoni, con gli accordi e le cadenze costruiti sulla scala maggiore e minore.
Il terzo volume si presenta come un metodo per pianoforte più tradizionale che si rivolge ad allievi più esperti. Il vasto repertorio presentato è organizzato secondo precisi criteri metodologici e didattici con la particolare attenzione allo sviluppo adeguato e parallelo sia delle capacità tecniche che di quelle espressive. Originale l’appendice con suggerimenti sull’improvvisazione.
Si tratta sicuramente di uno dei metodi meglio strutturati e didatticamente validi che è possibile reperire attualmente.