Per note musicali si intendono i simboli grafici designanti il suono musicale e il suo valore relativo di durata; disposte sul rigo musicale con l’aggiunta di una chiave ed eventuale armatura, oppure fuori di esso in alto o in basso sui tagli addizionali e, se è il caso, con l’aggiunta di un accidente, individuano una specifica altezza.
Per note musicali si deve intendere semplicemente l’altezza di un determinato suono indicato da una particolare lettera o nome. Lettere alfabetiche e nomi, usati fin dall’antichità, sono ancora oggi adottati, le prime per indicare le note musicali nei paesi anglosassoni e in Germania, i nomi nei paesi latini come l’Italia che hanno accolto la riforma di Guido d’Arezzo. I nomi delle note musicali sono Do (in origini e ancora in Francia Ut), Re, Mi, Fa, Sol, La, Si. Le lettere per i paesi anglosassoni, a, b, c, d, e, f, g corrispondenti a La, SI, Do, Re, Mi, Fa, Sol; per i paesi di lingua tedesca a, b, c, d, e, f, g, h, corrispondenti a La, Si bemolle, Do, Re, Mi, Fa, Sol, Si bequadro. Le note vengono definite nella loro altezza completandone il nome, quando occorre, col termine indicante un particolare accidente (ad esempio Mi bemolle, Do diesis).
I simboli grafici designanti le note musicali, come le conosciamo a partire dall’età moderna, cominciarono a delinearsi con l’affermarsi della polifonia ovvero con l’avvento della necessità di distinguere i rapporti di durata dei suoni disposti su linee melodiche simultanee. In relazione a questa necessità di fissare in maniera univoca e immediatamente riconoscibile la durata, la forma dei simboli grafici delle note musicali andò modificandosi frequentemente fino al XVII secolo, nel corso del quali assunse la forma definitiva che conosciamo oggi.
Le note riportate sul pentagramma sono dette anche figure musicali e si distinguono in figure di suono (note musicali) e figure di silenzio (pause), poiché in ogni composizione le pause, i momenti in cui uno o più strumenti tacciono, sono tanto importanti al fine di creare un discorso musicale, quanto i momenti in cui gli strumenti emettono suoni.
I segni grafici delle note musicali, proprio perché devono contenere più informazioni relative a durata e altezza, sono costituite da più parti. Tre per la precisione e sono:
La Testa, il circoletto o ellissi che poggia sul rigo indicante la nota. La testa può essere piena o vuota per indicare il valore delle medesima.
Il Gambo, l’asta che dal circoletto si diparte. Se è rivolto verso il basso, si trova sul lato sinistro della testa, mentre, se è rivolto verso l'alto, è sul lato destro. La presenza della testa, piena o vuota, con il solo gambo si riscontra rispettivamente nella minima e nella semiminima.
La Coda, una o più cediglie che si collocano alla estremità opposta del gambo rispetto alla testa, indica valori di durata che vanno da 1/8 a 1/64
Di seguito, un prospetto con descrizione, segni grafici e valori di durata delle diverse note musicali:
Circoletto bianco intero o semibreve
Circoletto bianco con gambo metà o minima
Circoletto nero con gambo quarto o semiminina
Circoletto nero con gambo e cediglia ottavo o croma
Circoletto nero con gambo e due cediglie sedicesimo o semicroma
Circoletto nero con gambo e tre cediglie trentaduesimo o biscroma
Circoletto nero con gambo e quattro cediglie sessantaquattresimo o semibiscroma
Come si capisce, le note musicali non esprimono dei valori assoluti, ma solo relativi e in rapporto alle altre note musicali. In questo senso, si può dire che ogni figura esprime un valore di durata doppio del valore della figura immediatamente inferiore.