Si prepara al palazzo Ducale di Genova (apertura il prossimo 18 ottobre) una mostra originale e davvero sorprendente e che già nel titolo, “Paganini rockstar”, propone un percorso inedito e ricco di suggestioni.
L’accostamento della figura di Paganini al termine rockstar potrà apparire, a tutta prima, quanto meno ardito, ma, in realtà, la vicenda umana e artistica del genio del violino contiene in nuce tutta una serie di elementi, che caratterizzeranno il profilo dei musicisti rock contemporanei. Parliamo di elementi come la scoperta del talento, il virtuosismo, la performance, il look, il tour, lo scatenamento di fantasie ed entusiasmi del pubblico, il complicato rapporto fra vita professionale e dimensione esistenziale privata, le eredità.Tutti aspetti già presenti nella figura di Paganini e che innescano all’interno della mostra un inedito e stimolante raffronto con un altro musicista iconico come Jimi Hendrix.
Realizzare una mostra sulla musica appare sempre problematico, in questo caso, i curatori Roberto Grisley, Raffaele Mellace e Ivano Fossati, affiancati dal comitato scientifico composto dagli stessi curatori e da Claudio Proietti, coordinatore, Roberto Iovino, Maria Amoretti Fontana, Pietro Leveratto, hanno concepito un percorso che si sostanzia di due apporti fondamentali: da un lato, la raccolta di testimonianze dirette e non sul grande potere di fascinazione della loro musica; dall’altro, l’esposizione di quegli oggetti a cui i due musicisti hanno affidato la loro arte e il loro genio, ovvero violino e chitarra.
Di conseguenza, all’interno della mostra sarà possibile ascoltare i racconti che Paganini ed Hendrix hanno ispirato in coloro che hanno avuto la fortuna di assistere alle loro magie, ma anche delle rockstar di oggi, che narrando la loro esperienza attualizzano continuamente i processi creativi (individuali e collettivi) e i percorsi complessi sottesi alla vita di una star della musica rock.
Tra i preziosi cimeli in esposizione si potrà ammirare, invece, gli spartiti, l"Agenda rossà e il mitico Cannone di Paganini, il violino costruito nel 1743 da Giuseppe Guarneri del Gesù posto accanto a un frammento di una delle Fender Statocaster che Hendrix usò nel celebre festival pop di Monterey proveniente dal MoPop di Seattle.
Come recita la presentazione della mostra: “La sfida è far emergere non solo i numerosi punti in comune fra Hendrix e Paganini ma anche, forse soprattutto, raccontare cosa significhi far musica per una persona che ha il pieno controllo su ciò che suona e su come lo suona.Quali sono, insomma, gli ingredienti necessari? Cosa trasforma un musicista in una rockstar?”.
Rispondendo a queste domanda vengono individuate, oltre al talento, altre fondamentali componenti come fama, notorietà e l’essere riconoscibili rispetto alla massa. Questi elementi rappresentano altrettanti spunti tematici per una riflessione affidata a diverse personalità della musica di oggi. Il rapporto tra fama e immagine è affidato a Morgan, Accardo sviscera i temi del virtuosismo, Gianna Nannini racconta la sua esperienza, le aspettative e le emozioni che si scatenano in quei momenti e la capacità di trasmetterle. Ivano Fossati, infine, mette a confronto il modo di suonare di Paganini e di Hendrix.
La mostra propone dunque diverse chiavi di lettura attraverso le quali conoscere la figura di Niccolò Paganini, diversi percorsi che ne lasciano emergere tutta l’attualità, senza dimenticare la componente umana del far musica, perché alla fine è lì che sta la vera magia.
L'allestimento e il progetto multimediale è a cura di NEO – Narrative Environments Operas di Milano.