Dopo essersi alternati sul palco del Festival di Sanremo 2019 i cantanti in gara escono sulle piattaforme web con i loro video ufficiali. Passiamo in rassegnatutti i videoclip che sono stati pubblicati.
Il video, che si apre con una citazione di Coco Chanel sulla moda come specchio dei tempi, mostra Achille Lauro che intona la sua canzone mentre sia il suo abbigliamento sia le diverse quinte di spettacolo e corpo di ballo cambiano adeguandosi al passare degli anni. Così a partire da un’ambientazione anni 60’ si passa gradualmente fino ai nostri giorni.
Affidato alla regia di Federico Merlo il video punta tutto sulla presenza fisica ed evidente avvenenza della cantante di Sora esaltata in un elegante bianco e nero.
Il video riprende chiaramente molto da vicino quello di “Posso" di Karl Brave e Gazzè, e riprende Arisa con il viso celato dietro unemojicantare camminando lungo un viale animato da una serie di colorati e allegri personaggi.
Prodotto da Boratalco.Tv con la regia di Fabrizio Conte il video, fresco e lieve come il tono della canzone, propone diverse situazione di attesa fedele come quelle illustrate dal testo.
Diretto da Giorgio Testi anche il video di Argentovivo si affida ad un bianco e nero espressivo che ritrae il Silvestri cantare insieme a Rancore a bordo di un autobus sul quale altre persone cercano disperatamente. Fuor di metafora, l’autobus diventa rappresentazione della società che non è in grado di accogliere e integrare tutti e per alcuni che riescono a raggiungere un posto al suo interno altri vengono lasciati fuori quando non esplicitamente esclusi dal potere.
Diretto da Fabrizio Cestari il video ha un andamento narrativo che mette in scena il testo con il cantante di origini cubane nelle vesti del protagonista alle prese con le turbe derivanti da un amore adolescenziale.
Anche questo video è firmato da Cestaried è tutto centrato su Nigiotti. Un elegante bianco e nero lo ritrae in riva ad una scogliera a suggerire l’idea che le parole della canzone rappresentano una sorta di riflessione personale sulla realtà odierna e sulla memoria dei sentimenti a partire dal ricordo del nonno scomparso.
Il video diretto da Paolo Santamaria riprende un po’ la struttura del videoclip dei The Giornalisti con Alessandro Borghi, qui, l’attore protagonista è Luca Mascolo.
Ideato e diretto da CristoferStuppiello e Vito Ventura il video cita il film In Time con Justin Timberlake. Pellicola di fantascienza in cui la gente usa come moneta di scambio ore, minuti e secondi della propria vita.
Affidato alla regia esperta di Gaetano Morbioli il videoclip ritrae in maniera suggestiva Renga che si aggira per le strade di Torino rievocando ricordi e luoghi legati alla madre. Una memoria efficacemente simboleggiata da una scatola che accompagna il cantante nelle sue peregrinazioni per riempirsi e arricchirsi con il procedere della narrazione.
Il video affidato a Jacopo Farina è tutto realizzato con una serie di tableau vivant in cui si alternano varie figurazioni che vedono protagonista Ghemon e l’attrice Simona Tabasco. L’immagine di apertura richiama da vicino, ma a parti invertite, la pietà manifesto del film di KimKi-Duk
Nato da un’idea dello stesso Irama in collaborazione con Lorenzo Galli, il video rappresenta una drammatizzazione piuttosto puntuale del testo della canzone.
Coniglio Viola (Brice Coniglio e Andrea Raviola) e Krausto (Fausto Collarino) firmano un video animato che sembra riecheggiare un po’ l’operazione Adrian. Anche qui troviamo una Bertè versione cartoon e nella trasposizione animata, come nel caso del molleggiato, la cantante appare affetta dalla sindrome di Benjamin Button.
Prodotto da Borotalco.Tv e realizzato da Attilio Cusani il video di Mahmood è tutto centrato sulla forte presenza scenica del cantante. Come dei flashback riproposti dalla memoria personale del musicista di origini egiziane, alcuni inserti narrativi presentano immagini di un’infanzia fatta di solitudine e di un padre distante e senza volto.
Diretto da YOUNUTS!(Antonio Usbergo & Niccolò Celaia) il video ritrae Motta mentre canta in un’atmosfera caliginosa tra scaffalature in disordine che trasmettano un senso di disorientamento e confusione che ben si attaglia all’atmosfera evocata dal brano.
Fabrizio Conte realizza il video che alterna immagini della band aretina con quelle di bambini che vivono condizioni di povertà riuscendo comunque a sorridere e apprezzare le piccole cose della vita.
Gaetano Morbioli sceglie di illustrare il testo di Nek attraverso un breve cortometraggiosu un giovane pugile che sembra riversare in una certa aggressività e sforzo agonistico una mancanza, che si capisce, poi, essere quella della figura paterna in carcere.Verso il finale conciliante della clip, assistiamoad una ritrovata armonia tra padre e figlio con quest’ultimo che sotto lo sguardo affettuoso del primo si avvia verso il ring metafora di una ritrovata capacità di affrontare la vita e l’amore.
Il video, che vede la partecipazione dei The Jackal, è diretto da Toni D’Angelo e mette in scena il confronto generazionale, tema della canzone, attraverso la rappresentazione di due storie d’amore. Quella della coppia matura e consolidata (Nino D’Angelo - Roberta Olivieri) e quella contrastata, ma con lieto fine, della coppia giovane (Livio Cori - Claudia Napolitano)
Diretti da Anissa Bonnefont Sarah Felberbaum e Beppe Fiorello mettono in scena una drammatizzazione attoriale del testo della canzone di Paola Turci.
Il video di una delle canzoni di Sanremo 2019 più apprezzate è affidato alla regia di Giorgio Testi. In una messa in scena essenziale ma di grande effetto e risultato, il video mostra frontalmente Simone Cristicchi che canta il testo della sua canzone ad una anziana coppia di innamorati che diventa efficacissima sintesi di quell’amore che si esprime nel prendersi cura di cui parla la canzone.
Diretto e sceneggiato da Emanuele Pisano il video alterna alla performance al piano di Ultimo all’interno di una sontuosa abitazione, le immagini suggestive di un uomo dei primi del Novecento, che la ricerca della donna amata spinge ad attraversare epoche e continenti diventando testimone di altre storie e altri amori.
Il trio possiede il raro dono di rendere fané o, per essere più gentili, vintage tutto quello che toccano. Il video diretto da Mauro Russo non sfugge alla regola.
Diretto e montato Daniele Martinis il video è ambientato in teatro in cui la band suona sotto l’incombere di figure marziali. Il tutto reso ancora più incisivo da una fotografia virata su tonalità cupe e notturne.