Vincere le resistenze: abbandonarsi al suono del pianoforte

Una volta che attraverso lo studio quotidiano si siano acquisiti determinati automatismi e una solida base musicale è importante riuscire a liberare la propria esecuzione da resistenze e rigidità di ordine fisico e psicologico. In questa lezione indichiamo brevemente come raggiungere questo ulteriore livello di capacità esecutiva.

 

Soprattutto in una fase iniziale lo studio quotidiano del pianoforte deve essere volto al conseguimento di un necessario controllo che deve investire in maniera completa e integrale quello che si fa mentalmente e fisicamente durante l’esecuzione. Il raggiungimento di un inevitabile automatismo nella gestione dell’esecuzione può essere seguito da una altrettanto necessaria fase in cui ci si può lasciare andare, cosa che, peraltro, non esclude in nessun modo la necessita di continuare ad esercitare un continuo controllo della resa musicale della propria esecuzione. Quando si usa l’espressione lasciarsi andare si deve intendere un approccio sorvegliato, anche se non rigido e invasivo rispetto all’esecuzione fisica del brano. Giunti a questo livello è possibile lasciare che le mani suonino senza alcuna forzatura, seguendo il fluire delle note come se queste ultime sgorgassero spontanee da dentro, come guidate non dalla propria volontà ma dall’esigenza della musica stessa e collocando l’interprete nella duplice veste di esecutore e ascoltatore del brano.

Per poter raggiungere questo tipo di approccio, può essere utile pensare alla musica come ad un accadere che si manifesta a prescindere dalle proprie azioni e l’interprete non deve fare altro che lasciarla fuoriuscire dallo strumento, senza che le sue mani e la sua mente vi oppongano alcuna resistenza. Parlando di resistenze sul piano fisico sappiamo, infatti, ad esempio, che sono molteplici le tensioni che possono ostacolare una corretta e fluida esecuzione. Ci riferiamo, nello specifico, a tutte quelle tensioni muscolari involontarie che possono coinvolgere addome, spalle, ma anche la mandibola e le dita dei piedi e che corrispondono a quelle contrazioni muscolari che si verificano fuori dal proprio controllo ogniqualvolta si è emotivamente tesi. Da questo punto di vista, diventa molto importante durante le sessioni di studio riuscire a mantenere un costante e consapevole stato di rilassatezza muscolare che permetterà di maturare una memoria di questo medesimo stato che permetterà di riprodurlo anche in condizioni di maggiori stress, come può essere un’esibizione pubblica o un esame.

Le resistenze che si possono incontrare non sono solo di natura fisica ma anche di natura psicologica naturalmente, come può essere, ad esempio, il pensiero e il timore di poter sbagliare un passaggio particolarmente difficile ed ostico, un timore che certamente non facilita una esecuzione naturale e rilassata.

Come per l’aspetto muscolare, il corso dei pensieri, come l’attenzione verso un particolare dettaglio musicale o la gestione dello sguardo sono tutti elementi che possono essere, con una opportuna attenzione ed educazione, ordinati e controllati limitando i pericoli di possibili incidenti rafforzando la propria consapevolezza e sicurezza.  In modo diametralmente opposto, può anche risultare utile riuscire ad abituarsi, una volta che siano acquisiti tutti gli automatismi del caso, a provare una esecuzione volgendo la mente a tutt’altro. Impegnare i pensieri con occupazioni non direttamente legate alla musica, come respirare in maniera profonda o ruotare il collo, può per paradosso agevolare un’esecuzione più spontanea e libera in quanto rende inoperanti potenziali interferenze delle mente che vanno ad agire proprio su quegli automatismi acquisiti in fase di studio. 

Quest’ultima indicazione potrebbe ingenerare la naturale obiezione circa una perdita di concentrazione sulla musica. Sembra del tutto logico, infatti, che quando si suona è necessario concentrarsi sul brano ed evitare di divagare con la mente verso altri pensieri. In realtà, si deve considerare che la nostra mente è assai più dotata e complessa di quanto normalmente si creda, per certi aspetti possiede un funzionamento molto simile ai moderni sistemi operativi dei computer e proprio come questi ultimi è in grado di svolgere più attività e pensieri in contemporanea, diversi in background, per così dire.  In musica, una volta che siano acquisiti gli automatismi indispensabili, proprio una emissione in background delle note consentirà di avvicinare l’esecuzione al proprio più intimo e profondo sentire artistico.

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