Un trucco per esercitare l’indipendenza ritmica al pianoforte

L’indipendenza ritmica delle mani è un’abilità necessaria per ogni pianista ma complessa da acquisire. In questa lezione suggeriamo una metodologia di studio che permette di approcciare in modo più semplice questo compito.

indipendenza ritmica delle mani al pianoforte

Quella dell’indipendenza ritmica delle mani è sicuramente una delle abilità più complesse da ottenere per un pianista. Nel momento in cui le due mani eseguono gli stessi movimenti non ci sono molti problemi. Questi invariabilmente insorgono quando le due mani devono svolgere compiti diversi. A ben vedere, tuttavia, le mani, per come sono posizionate sul pianoforte hanno naturalmente due ruoli opposti e, di conseguenza, fanno lavori differenti.

Al di là di questa consapevolezza, il trucco per esercitare questa abilità consiste nel cercare di imparare a coordinare le mani prima di tentare di suonare il brano così com’è. Come sempre, ogni volta che qualcosa sembra troppo complicato, la regola è semplificare. In questo caso, semplificare significa isolare il ritmo dalle note effettive – in altre parole, isolare i valori delle note dalle altezze.

Provare a chiudere il coperchio del pianoforte e a battere il ritmo di ciascuna mano separatamente. Dovreste riuscire a contare ad alta voce mentre lo si fa (più forte è la voce, meglio è, poiché contare più forte rafforzerà effettivamente un ritmo accurato – supponendo che il proprio ritmo sia accurato, ovviamente!)

Ai fini di questo esercizio, soprattutto se si lavora indipendentemente da un insegnante, è utile utilizzare un metronomo durante le fasi iniziali dello studio. Abbiamo più volte sottolineato che il tempo dello strumento meccanico non è affatto tempo musicale, ma in vista del raggiungimento dello scopo di apprendere ritmi diversi per le due mani un metronomo può rivelarsi indispensabile.

Una volta che si è in grado di battere il ritmo di ciascuna mano singolarmente, in perfetto allineamento con il metronomo e contando ad alta voce, il passo successivo è battere insieme i due ritmi con le due mani. Come è facile immaginare, questo esercizio presenterà un livello di difficoltà superiore rispetto al semplice battere il ritmo con una sola mano, perché l’esercizio è complicato dalla necessità di coordinare le due mani. Ancora una volta, bisogna assicurarsi di contare i battiti generali ad alta voce.

Solo quando si è in grado di battere insieme i due ritmi con perfetta precisione mentre si conta ad alta voce si può provare a suonare le note effettive. C'è un passaggio intermedio, vale a dire battere una mano mentre si suona l'altra. Questo è il tipo di pratica graduale e metodica che dovrebbe strutturare sempre lo studio quotidiano del pianoforte.

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