In questo articolo diamo una serie di consigli per guidare la scelta dei primi spartiti per pianoforte su cui iniziare ad esercitarsi. Si tratta di indicazioni molto pratiche ed empiriche che intendono venire incontro alla difficoltà nella scelta di questi indispensabili supporti dello studio, registrata molto spesso tra i principianti dello strumento.
Chi è alle prime armi con lo studio del pianoforte e intende cominciare a cimentarsi con le prime esecuzioni, si sarà reso conto di quanto sia difficile trovare degli spartiti per pianoforte che rispondano alla duplice esigenza di essere facilmente accostabili da parte dei neofiti e che non risultino noiosi per chi li deve suonare.
La quadratura del cerchio che permetta di trovare degli spartiti per pianoforte divertenti e che non presentino asperità eccessive per chi è alle prime lezioni sullo strumento, in realtà, esiste, basta saperle cercare e riconoscere. Lo scopo del presente articolo è proprio quello di fornire alcune semplici indicazioni per scegliere quegli spartiti per pianoforte che meglio si adattano alle specifiche esigenze di un principiante.
Per colui che ha iniziato le prime lezioni molto spesso può risultare difficoltoso riuscire a capire, guardando una partitura, se è di semplice esecuzione o meno. Esistono degli elementi che possono aiutare la scelta e che risultano di facile comprensione anche per chi non è particolarmente addentro in materia di teoria musicale e pratica strumentale.
Il primo di questi elementi che possono aiutare è il grado di indipendenza delle mani richiesto per l’esecuzione del brano trascritto nello spartito. Maggiore è il numero di note e accordi che le mani devono suonare contemporaneamente, maggiore è l’impegno richiesto al cervello per coordinare i movimenti indipendenti delle mani e inevitabilmente, maggiori saranno le difficoltà di gestire con semplicità l’esecuzione.
Gli spartiti per pianoforte più adatti alle esigenze che ci siamo posti prevedono un accompagnamento lineare fatto al massimo di due accordi o singole note, mentre la mano destra esegue la melodia. Sulla base di questa indicazione, andando sul piano pratico, occorrerà privilegiare quegli spartiti che nel rigo destinato alla mano sinistra, quello in basso con la chiave di tenore per intenderci, abbiano pochi accordi e note.
Gli spartiti per pianoforte che obbligano le mani a spaziare da una nota all’altra o ad una considerevole estensione delle stesse durante l’esecuzione poco si adattano alle esigenze del principiante. Un metodo molto empirico per capire se gli spartiti per pianoforte richiedono movimenti delle mani più semplici e adatti a chi sia approccia le prime volte allo strumento è verificare se le note sono vicine o sparse sul pentagramma. In linea generale, per essere di facile esecuzione le note di ciascuna mano dovrebbero essere posizionate sulla medesima ottava.
Altra aspetto che può facilmente guidare nella scelta di spartiti per pianoforte più adatti al neofita è intuitivamente la lunghezza. Un aspetto che, in realtà, rientra più nella sfera motivazionale che in quella della difficoltà tecnica perché un brano di durata contenuta può essere appreso con più facilità e in minor tempo, spingendo il principiante sulla base della soddisfazione, che accompagna le prime esecuzioni riuscite, ad acquisire nuove conoscenze e a progredire nello studio. La lunghezza di un brano che si adatta ad un principiante è di cinquanta battute.
Degli spariti per pianoforte semplici dovrebbero contenere dei tempi che si adattino alla ancora approssimativa agilità e scioltezza delle dita di uno studente con i solo i primi rudimenti tecnici. Da qusto punto di vista, è bene prediligere degli spartiti con tempi meno veloci e che non prevedano note brevi come possono essere quelle dalle semicrome in giù. Per dare una indicazione molto spiccia, evitare le note con due o più cediglie o note unite da due o più bande.
Altro elemento discriminante per scegliere quegli per pianoforte più abbordabili e adatti a pianisti meno maliziati è il ritmo. I brani più complessi sono quelli che contengono note con valori particolari, o note sincopate come le terzine, o note che prevedono punti di valore.
Un ultimo elemento di complicazione che i principianti dovrebbero evitare cercando degli spartiti per pianoforte per le prime esercitazioni sono le alterazioni, ovvero i diesis (simbolo #) e i bemolle (simbolo b) che corrispondono ai tasti neri della tastiera. Possono essere poste sulle singole battute e in questo caso modificano le note di quella singola battuta, o, se poste all’inizio del brano, vengono chiamate armatura di chiave e modificano tutte le note del brano e non vengono più segnalate.