Esercitarsi lontano dal proprio strumento non è solo produttivo, ma, fatto correttamente, può essere anche più vantaggioso di molte ore spese solo nella pratica al pianoforte. Coinvolgere il pensiero nello studio strumentale richiede un certo sforzo supplementare, ma migliora la velocità e l’efficacia dell’apprendimento e conferisce maggiore sicurezza esecutiva.
Ci sono due modalità fondamentali per imparare la musica senza suonarla. Il primo è un processo di astrazione in cui tutto ciò che riguarda la musica viene assorbito escludendo la memoria muscolare. Il secondo è immaginare l'atto reale e fisico del suonare. Questi due aspetti devono essere studiati separatamente affinché l’apprendimento sia più efficace.
In generale, più si utilizzano le facoltà mentali e analitiche durante il processo di apprendimento, più velocemente e più a fondo si impara. Coinvolgere appieno il pensiero nello studio strumentale richiede, ovviamente, un maggiore sforzo, ma migliora l’efficienza e la velocità del processo, e costruisce una maggiore sicurezza esecutiva.
È importante sottolineare che tutta la musica dovrebbe essere appresa sia in modo astratto che fisico. La maggior parte degli studenti si affida praticamente, in maniera quasi esclusiva, alla memoria delle dita, che è contemporaneamente il tipo di memoria musicale più necessario e meno affidabile. Per diventare un performer sicuro, è necessario sostenere la memoria muscolare (chiamata anche memoria cinestesica) con le conoscenze e le abilità acquisite nella teoria musicale e nell'ear training.
Una buona pratica consiste nello studiare gli aspetti più astratti del pezzo. Imparare la musica “pura”, indipendentemente dallo strumento stesso. Per prima cosa si analizza la struttura complessiva del brano per avere una visione d’insieme. Quali sono le sezioni del pezzo? È in forma ABA semplice o in qualche sua variante? La forma è più complessa, come la forma rondò (es. ABACABA) o la forma sonata?
Quindi, si può passare allo studio delle singole frasi. Dove è collocata la ripetizione delle frasi? Una struttura di frase comune ripete solo la prima parte, con la seconda parte che conduce altrove melodicamente, nonché a una forte cadenza armonica. È essenziale riconoscere queste strutture di frase di base per ricavarne un senso musicale, nonché per fissare la memoria. Un esercizio semplice come articolare mentalmente o verbalmente la struttura della frase può fare molto per rafforzare la memoria e accelerare il processo di apprendimento. Ad esempio, si potrebbe verbalizzare la struttura in questo modo: "il pezzo inizia con un periodo di otto misure, quattro più quattro misure. La frase antecedente termina con una mezza cadenza, mentre la frase successiva termina con una cadenza autentica imperfetta, con la melodia che termina sul terzo grado della scala". Sebbene questa descrizione possa sembrare eccessivamente tecnica, in realtà, fornisce una mappa per orientarsi con sicurezza nell’esecuzione.
Occorre ascoltare ogni nota nell'orecchio della propria mente. Presa una nota di riferimento (di solito la tonica) bisogna impegnarsi non solo ad ascoltare, ma anche a cantare (usando il solfeggio) ogni nota. Per verificare se si è stati in grado di sentire tutte le singole note si può suonarle al pianoforte. Mettendosi alla prova in questo esercizio, molti studenti rimangono sorpresi nello scoprire che non hanno sentito le singole voci nella musica che hanno suonato per settimane o addirittura mesi; non sono in grado di cantare le singole voci. Quando si studia la musica lontano dallo strumento è imperativo ascoltare ogni nota nell'orecchio della mente. Questo compito richiede un'enorme concentrazione. Quando si studia al pianoforte, si dovrebbe essere in grado di smettere di suonare e ascoltare ogni singola nota, perfettamente distinta nella propria mente. Più di ogni altra cosa, questo esercizio consoliderà la propria memoria musicale.
Come per la forma musicale e la struttura della frase, occorre fermarsi ad analizzare i singoli accordi e il loro posto all'interno dell'armonia generale. Questo tipo di studio contribuirà ad aumentare la chiarezza e ad eliminare molta confusione. Le défaillance della memoria spesso si verificano proprio a causa di una non corretta comprensione della struttura armonica di un passaggio.
Ogni volta che si riscontra una certa confusione su una progressione armonica, è utile astrarre gli accordi e suonarli, ignorando eventuali arpeggi e talvolta anche toni non armonici. Utile anche estrarre la melodia, suonandola separatamente. Di solito questo esercizio è sufficiente per capire il passaggio, ma si può saggiare le proprie conoscenze e il proprio orecchio trasponendo la progressione armonica in chiavi casuali. La trasposizione a orecchio è l'apice del processo di astrazione! La trasposizione molto spesso contraddice, o almeno riduce gravemente, la memoria muscolare, il che lo rende un banco di prova musicale ideale.
Il passo finale nell'apprendimento senza memoria muscolare consiste, paradossalmente, nel creare memoria muscolare. A questo scopo, occorre visualizzare le mani sui tasti che suonano ogni nota al rallentatore. In questo esercizio è necessario visualizzare nella propria mente le diteggiature esatte che verranno utilizzate sulla tastiera. Ovviamente, non è sempre possibile farlo e si potranno le diteggiature se necessario mentre ci si esercita sul pezzo. Questo è il motivo è utile scrivere le diteggiature come primo passo per imparare un nuovo pezzo.
Il processo di visualizzazione della riproduzione dei tasti non dovrebbe essere l'equivalente di suonare una tastiera fittizia (cioè senza suono). Piuttosto, bisogna cercare di ascoltare le note nell'orecchio della propria mente. Per facilitare questo compito è possibile suonare la tonica, o qualsiasi altra nota, al pianoforte. La sfida più grande non verrà dalle singole voci ma dall'armonia e dal contrappunto, poiché è difficile sentire più note contemporaneamente mentalmente. Per questo motivo, occorre iniziare questo tipo di esercizio partendo da una musica molto più semplice rispetto al proprio livello di studio.