In questa lezione chiariamo il ruolo della teoria musicale nello studio del pianoforte e del ruolo essenziale che essa svolge nel raggiungimento dell’obiettivo fondamentale sviluppare una vera musicalità e una reale comprensione della musica che viene eseguita sulla tastiera.
Un pianoforte è indispensabile per l'apprendimento della teoria musicale. La teoria implica l'uso dello strumento, che a sua volta implica il suono, che ovviamente è l'essenza della musica. Tuttavia, molti studenti di musica commettono il grave errore di apprendere la teoria musicale solo sulla carta.
Ascoltare la musica prima con l'orecchio della mente e poi “per davvero” al pianoforte (o cantando) è molto importante quando si impara la teoria musicale. Troppi studenti finiscono per imparare la teoria solo in termini nozionistici e senza poi arrivare a comprendere come suona effettivamente la musica. Per loro, imparare la teoria musicale è come risolvere problemi di matematica, mentre è la teoria applicata ciò che conta veramente, poiché è ciò che faciliterà in concreto l'apprendimento del pianoforte.
Teoria musicale applicata significa anche la capacità di suonare le giuste armonie (accordi), nel modo giusto. Una cosa è essere in grado di analizzare una progressione di accordi I-IV-VI in un brano musicale, ma suonarla al pianoforte, in qualsiasi tonalità, è un'altra e molto più avanzata abilità musicale.
Un altro punto deve essere menzionato per quanto riguarda la teoria musicale in relazione al pianoforte. Come evidenziato in altre lezioni, i tasti non sono le note. Questo è un punto che crea facilmente grande confusione per molti studenti.
Bisogna ricordare sempre che qualsiasi tasto di un pianoforte può in teoria suonare un numero qualsiasi di note, chiamate enarmoniche. Do, Si diesis, Re doppio bemolle e La triplo diesis corrispondono tutti al tasto che di solito (erroneamente) chiamiamo Do.
Insieme all'ascolto, questo è un punto essenziale nell'apprendimento della teoria musicale per il pianoforte e, come l'ascolto, troppo spesso viene ignorato.
Un aspetto correlato è che gran parte dell'ascolto della musica coinvolge fenomeni psicoacustici e non puramente acustici. Un accordo che suona consonante in un contesto può suonare molto dissonante in un altro. Inoltre, gli stessi tasti su un pianoforte suoneranno, diciamo, sia un accordo di settima dominante che un accordo di sesta aumentata tedesca. Ad esempio, immaginiamo di essere nella tonalità di Do maggiore. Ascoltate la seguente progressione di accordi:
Questa è una progressione di base I-IV6-VI in Do maggiore. Ora ascoltate la seguente progressione di accordi:
Questi esempi iniziano con gli stessi accordi ma, se si presta attenzione al terzo accordo, ci si accorge di un cosa estremamente importante: sul pianoforte vengono suonati gli stessi tasti, ma non sono le stesse note . Nel primo esempio, la nota alta del terzo accordo è un Fa, mentre è un Mi diesis nel secondo esempio. Al pianoforte suonano esattamente allo stesso modo (poiché vengono suonati usando lo stesso tasto), eppure sembrano suonare in modo totalmente diverso, a seconda della chiave in cui si sta suonando.
Nel primo esempio, il terzo accordo è una settima dominante. Il Mi diesis nel secondo esempio, tuttavia, lo rende qualcosa di totalmente diverso, vale a dire una sesta aumentata tedesca. La cosa interessante è che il Mi diesis è una sorprendente svolta armonica che porta dall'atteso Do maggiore, fino al Si maggiore, una tonalità molto remota.
Questo è il motivo per cui non ci si deve affidare esclusivamente alla tastiera del pianoforte quando si studia la teoria musicale. La teoria al pianoforte deve essere informata leggendo la musica; altrimenti si corre il rischio di imparare semplicemente quali tasti premere, non le note effettive. L’obiettivo dovrebbe essere quello di sviluppare una vera musicalità, capire veramente le note che vengono suonate.