Le indicazioni relative alla diteggiatura sono uno degli aspetti fondamentali della tecnica pianistica attraverso le quali si acquisisce la necessaria agilità e fluidità di movimento sulla tastiera. In questo articolo approfondiamo la definizione di diteggiatura, proponiamo un semplice esercizio pratico, affrontiamo il tema correlato del passaggio del pollice e infine, forniamo uno schema riassuntivo delle diteggiature per le principali scale.
La diteggiatura è il modo di ordinare l’applicazione e l’articolazione delle dita di un esecutore sui tasti del pianoforte al fine di ottenere il risultato musicale migliore con il massimo di logica e coerenza fisiologica. L’indicazione relativa a questo aspetto basilare dello studio del pianoforte è affidata ad un numero, da 1 a 5, che viene scritto sopra la nota e il cui scopo è quello di indicare in manira precisa e univoca che quella determinata nota va suonata con quello specifico dito.
Si tratta di una indicazione di estrema importanza attraverso la quale ci si può muovere sulla tastiera in maniera agile e rapida producendo un suono fluido. Soprattutto i brani particolarmente complicati presentano dei passaggi delle dita quasi obbligati e le indicazioni relative alla diteggiatura consentono di risolverli nel modo più economico e con la migliore resa sonora.
Per entrambe le mani il pollice è identificato dal numero 1, l’indice dal numero 2, il medio dal numero 3, l’anulare dal numero 4 e infine, il mignolo dal numero 5.
L’individuazione delle diverse dita da assegnare all’esecuzione di determinate note è una abilità che va esercitata per avere una perfetta rispondenza tra l’imput del cervello e il movimento delle dita. Per favorire questa acquisizione, è possibile fare un semplice esercizio che consiste nel richiamare il movimento delle singole dita dopo aver deciso mentalmente quale numero corrispondente mettere in funzione, prima in ordine numerico crescente e poi in ordine casuale.
Si inizia con la singola mano e, dopo aver acquisito padronanza con la mano singola, si passa a tutte e due le mani contemporaneamente richiamando il movimento delle dita, sempre inizialmente in ordine numerico crescente e in seguito in ordine casuale.
Per eseguire una scala eptafonica come la scala diatonica, composta cioè da otto suoni, servirebbe, in linea teorica, una mano provvista di otto dita. Per ovviare a questo limite si ricorre alla tecnica del passaggio del pollice, che consente di percorrere tutta la tastiera senza far avvertire alcuno stacco nel suono dando alla mano la possibilità di non allontanarsi dalla tastiera con la necessità per riposizionarla più su o più giù. Nei movimenti ascendenti, il pollice passa sotto le altre dita, mentre nei movimenti discendenti sono le altre dita che passano al di sopra del pollice.
Ad esempio, per suonare la scala di Do maggiore, si posiziona il pollice (1) della mano destra sul primo Do si arriva fino al Mi con il medio (3), si fa passare il pollice sotto la mano per suonare con questo dito il Fa, per poi proseguire con tutte le restanti cinque dita sino al Do finale. Con la mano sinistra si parte dal primo Do con il mignolo (5), si arriva fino al Sol con il pollice e, facendo perno su questo, si passa sopra il medio per suonare il La e si conclude con le dita restanti fino al Do finale.
Nel caso delle scala cromatica, quella composta da dodici suoni, la diteggiatura è la seguente:
1, 3, 1, 3, 1, 2, 3, 1, 3, 1, 3, 1, 2, 1.
Bisogna precisare che l’indicazione delle dita non deve essere considerare assoluta e immodificabile, in quanto suscettibile di poter essere adattata in base alla mano dell’esecutore, allo specifico passaggio che si deve suonare e alla velocità con cui quest’ultimo deve essere eseguito.
Quando si inseriscono nuovi numeri è opportuno farlo solo sui punti strettamente necessari. Per fare un esempio semplice, se si ha una successione tipo Do, Re, Mi, è opportuno inserire il numero, l’1 nel caso, solo sul Do e gli altri si possono ricavare secondo logica, senza bisogno di riportarli. Riportare una quantità eccessiva di numeri quando si possono facilmente dedurre, oltre a creare confusione, induce a dubitare di ogni nota togliendo naturalezza.
Un altro accorgimento pratico e utile, che si può adottare a proposito delle notazioni personali riguardo alla diteggiatura, consiste nel riportare le indicazioni per la mano destra sopra le note e quelle per la mano sinistra sotto alle note. Facendo ricorso a questa semplice attenzione, si avrà uno spartito più ordinato e di immediata e facile lettura.
Per una questione fisica che si comprende immediatamente i tasti neri, essendo più corti e distanti, dovranno di necessità essere azionati dalle dita più lunghe e forti. Per lo stesso motivo, un passaggio su un tasto nero richiede di far perno su un dito forte e lungo come l’indice (2). Solo in casi particolari, o per ripetere uno schema già dato, si utilizzano anche medio (3) e anulare (4).
Riportiamo di seguito uno schema riassuntivo delle diteggiature per le principali scale nell’estensione di una ottava.
Mano destra: 1 – 2 – 3 – 1 – 2 – 3 – 4 – 5 (3 dita + 5 dita)
Mano sinistra: 5 – 4 – 3 – 2 – 1 – 3 – 2 – 1 (5 dita + 3 dita)
Mano destra: 1 – 2 – 3 – 4 – 1 – 2 – 3 – 4 (4 dita + 4 dita)
Mano sinistra: 5 – 4 – 3 – 2 – 1 – 3 – 2 – 1 (5 dita + 3 dita)
La diteggiatura di Fa Magg. va bene anche per Fa min.
Mano destra: 1 – 2 – 3 – 1 – 2 – 3 – 4 – 5 (3 dita + 5 dita)
Mano sinistra: 4 – 3 – 2 – 1 – 4 – 3 – 2 – 1 (4 dita + 4 dita)
Per questo schema riassuntivo rimandiamo all’articolo di Pianosolo.it.