Due elementi sono alla base per la produzione di un buon suono: l'assoluta elasticità di tutto l'apparato motorio e saper dosare il peso naturale e "libero" del braccio. In questa lezione riprendiamo una serie di esercizi molto pratici ed efficaci proposti dal pianista Roberto Prosseda per allenare questa abilità essenziale.
Una delle acquisizioni basilari e imprescindibili per ogni pianista è costituita dalla capacità di sfruttare pienamente e in maniera corretta il peso naturale del braccio e dell’avambraccio. Si tratta di una acquisizione tutt’altro che semplice e immediata e che necessità di uno specifico allenamento per essere realmente interiorizzata e fatta propria. Molto spesso gli studenti di pianoforte sono convinti di suonare con il peso ma ciò, in realtà, non avviene.
Per comprendere esattamente cosa si intende quando si afferma la necessità di trasferire il peso del braccio sul tasto, esistono una serie di esercizi, suggeriti da Roberto Prosseda, molto efficaci e che rendono il concetto molto concreto e sperimentabile. Si tratta di esercizi che impostano il lavoro su questo fondamentale in maniera originale e insolita rispetto alla comune didattica pianistica che associa il peso allo scatto del dito e alla caduta libera. Quello che intende perseguire questo tipo di preparazione è, invece, una precisa percezione fisica e mentale di cosa vuol dire “suonare con il peso”.
Come suggerisce il noto pianista e docente, parlando di peso, la prima e più conseguente azione da cui partire è proprio quella di ricorrere ad una bilancia che posta su di un piano ad una altezza analoga a quella della tastiera serve a offrire un riferimento preciso rispetto al peso effettivo esercitato utile per conseguire un adeguato controllo muscolare essenziale per la tecnica pianistica.
Prosseda propone una serie di esercizi che vanno svolti in progressione, cioè si passa all’esercizio successivo solo dopo aver acquisito in maniera adeguata quello precedente.
Il primo esercizio consiste nel poggiare il pugno chiuso sulla bilancia, da seduti, senza esercitare alcuna pressione, cercando di sciogliere ogni tensione muscolare dalla spalla in giù, in modo tale da non distrarre parte del peso. A tal fine, si può rivelare di un certo aiuto far oscillare il gomito e avvertire il senso di appoggio disteso. Come indica l’autore dell’esercizio, se il braccio raggiunge un reale rilassamento, poggiando interamente con il suo peso sulla bilancia, questa dovrebbe indicare 1.500 g.
Questo primo esercizio rende agevole lo scarico totale del peso sulla bilancia in quanto, non coinvolgendo le articolazioni della mano, riduce al minimo la possibilità di dispersione del peso. Questa dispersione, in questo caso, si può verificare solo a livello della spalla e del braccio che bisogna aver cura, quindi, di tenere rilassati al massimo grado. La capacità di effettuare opportunamente questo rilassamento ci è data proprio dal riscontro oggettivo del display della bilancia che, qualora dovesse indicare un valore nettamente inferiore a quello citato più sopra, ci rivelerebbe una inconsapevole tensione della spalla e del braccio su cui occorre intervenire.
Dopo aver acquisito il primo esercizio, si può procedere con il coinvolgimento graduale delle dita a partire dal pollice. Notoriamente quest’ultimo è il dito più forte della mano ed è perfettamente in grado di sostenere il peso del braccio. Per procedere occorre poggiare il braccio sulla bilancia facendo perno esclusivo sul pollice in posizione rovesciata, ovvero dopo aver ruotato il gomito verso l’alto.
Controlliamo quindi il display che dovrebbe indicare sempre lo stesso peso o al limite un peso leggermente superiore a causa della posizione più alta del gomito, che comporta il riversamento sul dito del peso della spalla. Se si osserva un peso inferiore è evidente che si sta in qualche modo trattenendo il peso, facendo lavorare alcuni snodi del braccio che dovrebbero essere rilassarti.
La linea che si viene a formare tra la spalla e il pollice nell’espletamento di questo esercizio forma un arco solidale con la forma delle articolazioni che consente un posizione più naturale rispetto a quella richiesta dalla mano sulla tastiera, il che rende l’esercizio piuttosto agevole. Mentre tutte le dita, compreso il pollice, continuano a rimanere completamente rilassate, rispetto all’esercizio precedente, occorre attivare i muscoli del polso.
Arriviamo al terzo esercizio suggerito che consiste nel poggiare le punte di indice medio, anulare e mignolo sulla bilancia nella normale posizione delle dita sulla tastiera come a suonare i tasti Re, Mi, Fa, Sol. Nello svolgimento di questo esercizio bisogna fare in modo di mantenere le dita distese e non curvate per facilitare il compito delle falangi nel sostenere il peso del braccio. Anche in questo esercizio i muscoli del polso dovranno essere attivi per conservare una linea retta tra avambraccio e mano per favorire una trasmissione diretta del peso sulle dita.
A riposo restano i muscoli della spalla e del gomito, oltre al pollice. Il peso indicato dalla bilancia non deve essere inferiore a quello precedente, se si presenta questa eventualità, bisognerà ricontrollare il rilassamento di ogni singola componente che deve scaricare il peso sulle quattro dita. È esperienza piuttosto comune, soprattutto per chi è alle prime armi, quella di registrare una certa difficoltà nella gestione indipendente dei muscoli delle singole dita.
Molto spesso, mettendo in tensione i muscoli di singole dita che devono sostenere il peso, si irrigidiscono anche i muscoli di altre dite o del braccio, che invece dovrebbero rimanere rilassati, trattenendo in questo modo una parte del peso che si deve scaricare sul tasto. Avere il riscontro puntuale della bilancia, fornisce una indicazione attendibile e immediata di eventuali irrigidimenti su cui è possibile intervenire in modo puntuale. Questo esercizio può essere ripetuto utilizzando come base di appoggio sulla bilancia solo tre dita e successivamente solo due, avendo sempre cura di conservare il rilassamento totale delle dita non coinvolte nell’esercizio.
Dopo aver esercitato più dita insieme si può passare all’esercizio sul singolo dito, sempre in posizione dritta per non caricare eccessivamente i flessori di falangina e falangetta. Si parte dall’indice avendo cura di mantenere in tensione i muscoli della falangi insieme a quelli del polso per poi ripetere l’esercizio via via con le restanti dita, medio, anulare e mignolo.
Avendo dei muscoli flessori più deboli, mignolo e anulare sono le dita che richiederanno uno sforzo maggiore e una maggiore difficoltà. Prosseda suggerisce che per completare l’esercizio sarà sufficiente rimanere appoggiati sul singolo dito circa 3 - 4 secondi senza superare mai i dieci secondi per evitare di affaticare eccessivamente l’arto.
La progressione degli esercizi prevede che una volta completati con successo quelli fin qui descritti si riprenda l’esercizio delle precedente esercitando l’appoggio sul dito in posizione curva. Questa posizione attiva i muscoli flessori di ciascuna falange che saranno coinvolti nell’esercizio solidali con il movimento di tutto il braccio per evitare di disperdere il peso. La bilancia, come sempre, potrà fornire una conferma della corretta esecuzione dell’esercizio indicando un peso analogo a quello registrato in precedenza.
La tecnica del trasferimento del peso da un dito ad un altro è essenziale per poter produrre di suoni collegati. Anche nello studio di questa tecnica la bilancia può svolgere un ruolo molto utile ed efficace.
Si può appoggiare inizialmente l’indice sullo strumento di misurazione in modo che sostenga il peso del braccio, successivamente si appoggia in maniera graduale anche il medio in maniera da distribuire su entrambi il peso dell’arto.
Facendo attenzione a non generare sbalzi eccessivi nelle indicazione della bilancia si alza l’indice in modo da indirizzare il peso del braccio sul medio. Si prosegue in maniera analoga spostando progressivamente il peso dal medio all’anulare e dall’anulare al mignolo, per poi tornare indietro fino all’indice.
Fonte articolo Roberto Prosseda: https://www.musicafelix.it/tutorial.php?txt=40