È del tutto evidente che seguire delle lezioni non è sufficiente per arrivare a suonare il pianoforte, la parte determinante è quella dell’esercizio quotidiano personale. È opportuno sapere che quello dello studio del pianoforte è un investimento a tutti gli effetti, che bisogna intraprendere ben consapevoli di dover seminare con cura oggi, per poter raccogliere domani.
Arrivare a suonare il pianoforte con competenza è una gratificazione senza pari che richiede studio e applicazione sul medio lungo periodo.
Esistono tre aspetti che, se curati giornalmente, possono aiutare molto il processo di apprendimento del pianoforte. Tre operazione che devono diventare un’abitudine quotidiana e che non devono mancare nel bagaglio di ogni aspirante pianista. Sfidare la noia e la tentazione di aggirare la ripetitività dei compiti è uno dei primi passi da compiere per educarsi e darsi una disciplina imprescindibile per poter suonare il pianoforte. Vediamo nello specifico quali sono queste tre precetti dello studio pianisitco.
A proposito di noia, giunge opportuno il riferimento alla necessità di studiare giornalmente le scale musicali. Queste ultime, come abbiamo visto in una recente lezione, rappresentano la base imprescindibile della tecnica pianistica e il loro prezioso apporto per poter imparare a suonare il pianoforte merita una riconsiderazione da parte di ogni studente di questo strumento.
Lo studio delle scale musicali non è fine se stesso, ma consente l’acquisizione di tre importanti competenze per ogni pianista come il riconoscimento della tonalità, l’acquisizione della tecnica del passaggio del pollice e infine la possibilità di comprendere la diteggiatura in un brano in cui non è presente.
La possibilità di imparare a padroneggiare questi tre aspetti basilari, agevola ulteriori progressi nello studio dello strumento, ad esempio, la tecnica del passaggio del pollice rende possibile iniziare ad affrontare brani che prevedano un percorso con molte note, più di quante siano le dita della nostra mano. Analogamente, la conoscenza della tonalità, consente di studiare con facilità arpeggi e accordi, così come la l’apprerndimento della diteggiatura degli accordi permette di riconoscere con grande semplicità la diteggiatura esatta per qualsiasi passaggio specifico, di qualsiasi tonalità.
Esercitarsi lentamente
Per imparare a suonare il pianoforte è importante suonare lentamente e mantenere una velocità di esecuzione costante. Qui bisogna chiarire che suonare lentamente non significa, come taluni intendono, eseguire con lentezza solo i passaggi più ostici o eseguire lentamente le battute iniziali di un brano e poi di fila tutto il resto. Esercitarsi lentamente e seguendo una velocità regolare è un modalità che permette di imparare a tenere il tempo.
Quello di rispettare il tempo di un brano è uno degli obblighi ineludibili di ogni buon esecutore e anche se in alcuni casi si richiede allo stesso di ampliare o accorciare il tempo, niente lo può sollevare dalla necessità di rispettare il tempo secondo metronomo. Come nel caso precedente, anche l’acquisizione di questa disciplina sarà di grande aiuto per tutta una serie di aspetti fondamentale come il solfeggio, la lettura delle note e naturalmente per poter suonare il pianoforte in maniera adeguata.
Questo è forse l’aspetto più banale ma su cui non si insisterà mai abbastanza. L’acquisizione e lo studio di un particolare passaggio potrebbe poter richiedere giorni se non addirittura settimane e questo rientra nella normalità per chi vuole imparare a suonare il pianoforte. È sbagliato ritenere che un brano o un passaggio non sia alla portata per il semplice fatto che non si è in grado di affrontarlo immediatamente.
La ripetizione e l’esercizio costante renderanno quel passaggio o quel brano più fluido e sicuro. Bisogna armarsi di pazienza e molta determinazione per poter affrontare le difficoltà e gli sforzi che il suonare il pianoforte pone costantemente a chiunque, sia esso principianti o grande musicista, ma come sempre sarà la passione il motore che renderà tutto più semplice e farà apparire anche la continua ripetizione come un passaggio naturale di quell’avventura esaltante che è la musica.