Dopo aver indicato gli elementi di una buona postura passiamo ad un altro aspetto propedeutico della tecnica pianistica: la caduta. Una abilità che ad lettura superficiale può apparire banale ma che, in realtà, presenta difficoltà e che va adeguatamente allenata con una serie di esercizi.
Qualsiasi pianoforte è formata tasti bianchi e tasti neri, a chi inizia ad affrontare i primi esercizi al pianoforte si consiglia di mettere le dita solo sui tasti bianchi, facendo ben attenzione che ogni dito della mano sia su un singolo tasto della tastiera; quindi, cominciando dal pollice delle mano destra, ogni dita andrà ad occupare un solo tasto bianco consecutivo e in questo modo si potrà ottenere la corretta postura. Esistono due modalità fondamentali per suonare i tasti del pianoforte il legato e lo staccato, nel primo caso non ci sono pause tra le note, nel secondo abbiamo delle piccole interruzioni tra una nota e l’altra.
I primi esercizi al pianoforte che è consigliabile fare sono quelli che consentono di effettuare un suono legato suonando in successione tutti i tasti bianchi partendo dal pollice fino al mignolo cercando di mantenere la corretta postura, una respirazione regolare, e il giusto rilassamento muscolare, facendo sempre attenzione a mantenere il singolo dito sul singolo tasto.
Quello che può apparire uno degli esercizi al pianoforte più semplici e banali in realtà richiede attenzione e la conoscenza di una dei punti di partenza della tecnica pianistica: la caduta. La caduta è un elemento di fondamentale importanza per la gestione del peso e del suono, si tratta di un movimento che consente di prendere piena coscienza del proprio braccio e delle proprie forze e pesi in azione. Per suonare in maniera corretta, infatti, è necessario il completo rilassamento degli arti e delle spalle che consentano di sfruttare al meglio e in maniera efficace la forza di gravità. Il suono prodotto dal pianoforte quando c’è peso è caldo e melodioso, quando c’è la forza muscolare è aspro e freddo. Questo perché alla forza di gravità si somma la forza della spinta muscolare del braccio che inevitabilmente produce un suono sforzato e nervoso quasi un rumore. Senza contare che assecondando il peso del braccio e delle spalle e la forza di attrazione della terra si riesce anche a risparmiare energie e suonare più a lungo e meglio.
La caduta è un movimento di cui è possibile distinguer tre fasi:
1) Il sollevamento della mano in senso verticale. Questo deve avvenire ad una giusta distanza per non creare affaticamenti, circa 20-30 centimetri, con il gomito attaccato al busto e le dita e il polso in una posizione tale da garantire al momento dell’impatto con la tastiera che tutte le giunture siano in grado di ammortizzare elasticamente l’impatto stesso trasferendo l’energia al tasto nel modo più corretto possibile.
2) Caduta. In questa fase il nostro corpo deve svolgere un compito meramente passivo abbandonandosi completamente alla forza di gravità.
3) Contatto delle dita sui tasti. In questa fase le dita dovranno trovarsi pronte ad uncinare i tasti del pianoforte sostenendo il peso del braccio. Un ruolo decisivo in questa fase è svolto anche dal polso che elastico prolunga il movimento verso il basso per poi risalire ammortizzando l’impatto con la tastiera.
In tutte e tre le fasi tutte componenti del corpo coinvolte spalla, braccia, polso e mano devono mantenere una costante elasticità poiché ogni rigidità renderebbe impacciati i movimenti e sgradevole il suono.
Per arrivare a produrre un suono adeguato diventa di fondamentale importanza partire dagli esercizi al pianoforte che consentano di gestire al meglio la caduta. Si tratta di un aspetto, in effetti, che necessita di molto più allenamento di quanto si possa ritenere vedendo semplicemente un braccio che cade a peso morto sulla tastiera. Questo perché tendiamo sempre a controllare costantemente i nostri movimenti a causa del sistema extrapiramidale che ha lo scopo di controllare le reazioni istintive orientate e adattarle al movimento volontario.
È quindi utile cominciare i primi esercizi al pianoforte allenando il completo rilassamento delle braccia e delle spalle attraverso un allenamento alla caduta libera ovvero abbandonando ripetutamente il braccio anche semplicemente allungato di lato e lasciato cadere sul fianco o su una superfice qualsiasi senza necessità di sapere dove impattano la mano e le dita, per poter arrivare ad avere un adeguato controllo del peso. È opportuno allenare alla caduta le singole parti del braccio prima solo l’avambraccio tenendo fermi braccio, spalle e gomito e poi solo la mano tenendo fermi, spalle, braccia e polso.
Un ulteriore passo dei primi esercizi al pianoforte è quello della caduta con precisione che consiste nel considerare un singolo dito che deve andare a impattare un determinato tasto della tastiera, quindi, per eseguire correttamente questo esercizio è necessario unire precisione e rilassamento, cadere a peso morto mantenendo il controllo sulla direzione degli arti che devono andare a individuare con un determinato dito un determinato tasto.
Il passaggio successivo consiste nel cadere con il pollice della mano destra sul singolo tasto individuato e suonare in successione tutti tasti contigui fino al mignolo. Nell’eseguire questi esercizi al pianoforte bisogna aver cura di non accavallare i suoni che devono essere sempre distinti e consecutivi. Nel momento in cui suona con un dito quello immediatamente successivo si prepara a picchiare sul tasto sollevandosi leggermente, così come quello che precede deve ugualmente sollevarsi per evitare sovrapposizioni di suoni.
Per sviluppare la mobilità e la precisione delle singoli parti del corpo coinvolte si può dopo la caduta tenere premuto il singolo tasto e prima allontanare dal fianco e poi muovere avanti e indietro il gomito mantenendo in posizione polso e mano. Analogamente, dopo la caduta, fare prima dei movimenti laterali e poi di rotazione esclusivamente con il polso mantenendo in posizione avambraccio e gomito.
Altri esercizi al pianoforte per allenare la caduta sono quelli che consistono nel cercare di cadere sui diversi tasti abituandosi a cantare la nota che si sta per suonare prima di effettuate il movimento.