Come organizzare la pratica di studio al pianoforte

In questo articolo, lungi dallo sviscerare tutti gli aspetti legati alla routine di allenamento pianistico, forniamo alcuni elementi di base utili per la costruzione di una pratica di studio allo strumento.

routine studio piano

In realtà, la routine al pianoforte è un argomento così vasto che ci si potrebbe diffondere per diversi articoli, in queste sede ci limiteremo a fornire alcuni dettagli essenziali per un buon regime di pratica di base.

Il primo step è rappresentato da alcuni esercizi di riscaldamento delle dita e come più volte ricordato il migliore strumento a tal fine è rappresentato dalle scale. Iniziare, dunque suonando scale parallele maggiori/minori in quattro ottave e procedere cromaticamente. Iniziare con il Sol maggiore, con il sol sotto il pentagramma in chiave di basso che è la nota più bassa. Suonare Sol maggiore, poi Sol minore e da lì procedere verso l'alto: La bemolle maggiore e Sol diesis minore, poi La maggiore e La minore, e così via fino a Fa diesis maggiore e Fa diesis minore. Suonare ogni scala usando il cosiddetto modello russo, in cui le mani suonano sia in movimento parallelo che contrario. Ecco un esempio:

È opportuno suonare ogni scala almeno due volte e se una scala è irregolare o eseguita sena la necessaria sicurezza continuare ad esercitarsi finché non si riesce a suonarla comodamente in modo uniforme. Quando ci si esercita sulle scale, è utile utilizzare il metronomo, poiché l'uniformità del ritmo (così come della dinamica e dell'articolazione) è della massima importanza.

Se si avverte la necessità di un ulteriore riscaldamento per le dita si può ricorrere alle scale in doppie terze:

Le doppie terze sono tra gli aspetti più difficili della tecnica pianistica e come tale questo esercizio è solo per pianisti che abbiamo già raggiunto un certo livello di pratica.

Dopo il riscaldamento, si può procedere allo studio del repertorio. Il più delle volte questo comporta l'apprendimento di nuova musica. È importante che la mente sia fresca quando si impara la musica, motivo per bisognerebbe impegnarsi a farlo il più presto possibile nella propria sessione di pratica.

L’aspetto decisivo ai fini dell’apprendimento è la suddivisione del brano in piccole sezioni, prima a mani separate e poi a mani unite. Iniziare sempre lentamente, scegliendo con attenzione la diteggiatura e l'espressione in anticipo. Scrivere chiaramente le proprie diteggiature. La regola basilare per la diteggiatura è che bisogna sapere esattamente quali dita suonano quali tasti immediatamente dopo aver guardato una battuta. L'obiettivo è la chiarezza totale. Se c'è il minimo dubbio su quale diteggiatura usare per qualsiasi nota o accordo, scrivo quelle diteggiature. Memorizzare le armonie, il contrappunto, l'aspetto visivo della partitura, il suono e le forme delle mani. Esercitarsi a riprodurre esattamente il suono che si desidera, ogni volta. Insomma, nulla deve essere lasciato al caso. Questo è il modo per prepararsi ad una esibizione di qualsiasi tipo.

Per quanto riguarda il tempo da dedicare all’allenamento una durata sufficiente è rappresentata da sessioni di due ore. A questo proposito, è importante cronometrare sempre le proprie sessioni di pratica e tenere traccia dei totali giornalieri. Pianificare anche una serie di pause di cinque minuti. Se il tempo viene utilizzato in modo efficace e si lavora con la massima concentrazione, quattro ore al giorno possono essere sufficienti, anche per un pianista professionista. Come con qualsiasi abilità, l'autodisciplina è la chiave per migliorare al pianoforte. L'autodisciplina è infatti la formula magica per ogni auto-miglioramento.

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