Gli errori in fase di studio possono sempre capitare, se ci si accorge di aver assimilato in modo errato alcune note o passaggi è sempre possibile “resettare” il cervello e studiare nuovamente il passaggio, anche se questo è ormai radicato nella nostra mente. In questa lezione suggeriamo l’approccio e le strategie più efficaci per affrontare gli errori nello studio del pianoforte.
Se si scopre di aver letto e studiato una o più note sbagliate è possibile, anche se l’errore si è ormai radicato, per così dire, “resettare” il nostro cervello studiando nuovamente a mani separate il passaggio, controllando la diteggiatura (e se possibile, variandola, cosa che rende più semplice anche la correzione), poi svolgendo un’analisi armonica dello stesso e infine scomponendolo in cellule o micro-cellule.
Risulta del tutto poco proficuo ripetere molte volte in modo passivo il passaggio corretto, mentre è sicuramente più efficace ai fini della correzione procedere ad una ragionata riconsiderazione sia dal punto di vista tecnico che musicale, quasi a volergli restituire una sorta di “verginità”. Infatti, è essenziale “spiazzare” il cervello, eliminando gli errori appresi e il modo più incisivo è quello di ristudiare il passaggio sbagliato, partendo da una nota sempre diversa, in modo da generare nuove sinapsi che andranno a sostituirsi alle precedenti. A questo proposito, è bene ricordare che il sistema nervoso centrale si modifica costantemente nel corso di tutta la vita e che nel nostro cervello si formano in continuazione nuove sinapsi, mentre quelle che non vengono più utilizzate degenerano. Questo processo continuo e sofisticato è noto con il termine “neuroplasticità” e ricopre un ruolo fondamentale in tutti i processi di apprendimento.
Un altro modo sicuramente efficace per “ricondizionare” il cervello consiste nel suonare il o i passaggi in questione molto lentamente, come se si avesse a disposizione di una moviola. Questo tipo di approccio favorisce una adeguata assimilazione di note e diteggiature anche ai fini della memorizzazione e permette di fissare in maniera plastica nella mente i movimenti esatti. L’osservazione e l’esperienza di numerosi allievi di diverse attitudini e livello dimostrano in modo inequivocabile che questo approccio risulta essere il più valido, sia nella fase iniziale dello studio, quando il pezzo è ancora solo abbozzato, che in quella finale, per consolidare e rifinire il brano. È ampiamente riconosciuto, che l’auto-osservazione rappresenta una garanzia di miglioramento e la lentezza aiuta la rilassatezza muscolare e agevola la correzione degli errori.