Ritorniamo sulla tecnica dell’arpeggio al pianoforte e, dopo l’arpeggio solo con la mano destra, affrontiamo in questa lezione l’arpeggio solo con la mano sinistra, che generalmente si usa quando si vuole eseguire con la destra la melodia.
Come già detto nella lezione precedente, arpeggiare un accordo vuol dire generalmente alternare in successione (ascendente e/o discendente) le varie note che lo compongono. Per rendere l'effetto tipico dell'arpeggio (pensiamo all'arpa!) bisogna innanzitutto capire che dobbiamo suonare sicuramente più note di quanto siano i reali tempi altrimenti apparirebbe tutto troppo lento. Le note dell'arpeggio saranno o il doppio, o il triplo o il quadruplo del numero dei tempi (si potrebbe andare avanti ma le note diventerebbero troppo veloci e di difficile esecuzione).
L'arpeggio eseguito solo con la mano sinistra si usa spesso quando si vuole eseguire con la destra la melodia. In caso contrario, la destra eseguirà, per esempio, l'accordo simultaneo (tutte le note insieme in un accompagnamento senza melodia).
Arpeggiare con la mano sinistra si può intendere in 2 modi: o realizzare la stessa cosa che abbiamo fatto con la destra, ma stavolta con la sinistra mentre, per esempio, la destra fa l'accordo pieno (la sinistra svilupperà gli accordi sempre allo stato fondamentale ove non ci siano accordi sotto forma di rivolto):
oppure considerare la mano sinistra responsabile della nota del basso (come prima) ma suonarla sviluppata in una specie di “arpeggio allargato”. Che vuol dire? Si considera la nota del basso, si prende anche la stessa nota un'ottava più alta e ci si aggiunge nel mezzo la quinta dell'accordo (in Do maggiore è il Sol, come già visto!); nella stragrande maggioranza dei casi è quasi sempre la nota che corrisponde al tasto che viene a trovarsi sotto l'indice.
Nel primo caso, l'arpeggio viene “bloccato” nel secondo e quarto tempo, nel secondo caso invece ritorna indietro “a mo' di elastico"; in tutti e 2 i casi si usa suonare la nota più bassa lasciandola premuta mentre le altre si susseguono subito dopo (per dare un senso di “pedale naturale”).
La regola dell'arpeggio allargato si applica per evitare che le note arpeggiate al basso siano troppo vicine e quindi non piacevolissime (soprattutto quando si va molto nel grave), quindi si suona la nota del basso e poi la nota che verrebbe per terza nell'ordine dell'arpeggio e non seconda: nell'accordo di Do maggiore sono Do e Sol (Do-Mi-Sol); la nota di centro, la terza dell'accordo, verrà fatta sentire inevitabilmente dalla mano destra; completerà la sequenza la stessa nota del basso ma suonata un'ottava più in alto (Do-Mi-Sol-Do
Fonte articolo: https://corsodimusica.jimdofree.com/terza-parte-corso/l-arpeggio/