Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’improvvisazione alla chitarra è un’arte che va coltivata e fatta maturare con dedizione ed esercizio quotidiano. In questa lezione forniamo alcuni consigli di base per svilupparla al meglio.
Quando si parla di improvvisazione, si è portati a pensare che si tratti di un processo tipicamente non strutturato, che nasce dal genio estemporaneo dell’esecutore e in cui ha una un ruolo esclusivo la creatività. In realtà, bisogna essere consapevoli che l’improvvisazione è un’arte che va coltivata e alimentata giorno per giorno. Ecco che, dunque, i consigli contenuti di seguito, come per ogni acquisizione nel campo musicale, sono un qualcosa che va custodito e fatto crescere con dedizione e pazienza quotidianamente. Possiamo dire, con quello che sembrerebbe, a tutta prima, un paradosso, che per arrivare alla libertà assoluta dell’improvvisazione, occorre l’esercizio ordinato e metodico che porti all’assimilazione di strumenti e meccanismi. E questo vale a maggior ragione se si vuole che il proprio modo di suonare risulti fuori dagli schemi ed evoluto.
Fatta questa doverosa premessa, ecco tre consigli per migliorare la propria improvvisazione blues:
La padronanza dei cambi di accordo rappresenta il primo decisivo passo per fare un salto di qualità nell’improvvisazione. Prima di affrontare il problema intorno quale scala utilizzare e come utilizzarla, è di basilare importanza comprendere il contesto in cui ci si sta muovendo. Anche quando si sta improvvisando sul giro Blues classico I-IV-V, capire su quale accordo si sta suonando è decisivo per evidenziarne i cambi e stabilire in maniera consequenziale cosa applicare, per conferire modernità e carattere al proprio fraseggio.
Quando si improvvisa, si dovrebbe cercare di creare spazio nelle cose che si suonano. Detto in altre parole, non bisogna focalizzare in maniera esclusiva l’attenzione su quello che si sta eseguendo, ma bisognerebbe avere la capacità di captare con precisione quello che succede intorno a noi, sia esso base o band. Così facendo si può avere un’idea più completa del brano e della nostra esecuzione, che, in questo modo, diventa un tassello di un disegno armonicamente più ampio. In questo modo, inoltre, si ha la possibilità di interagire maggiormente con gli altri strumenti e l’improvvisazione non correrà il rischio di risultare come un meccanico e estraneo esercizio di stile intorno a scale, triadi, arpeggi e chi più ne ha più ne metta. Ne guadagnerà il divertimento personale e il piacere per l’uditorio.
Non è raro che, quando si suona, ci si dimentica di respirare. Anzi, questo avviene molto spesso, specialmente quando si è concentrati su altri aspetti della nostra performance, percepiti come più urgenti. Il dettaglio che sfugge, in questi casi, è che suonare quasi in apnea comporta ad un irrigidimento estremo che si trasmette fatalmente e con esiti piuttosto sgradevoli anche sul suono. Il motivo è da ricercare nel fatto che la non adeguata ossigenazione del sangue innesca una contrazione dei muscoli, che porta ad essere più rigidi del solito. Un esercizio molto utile, in questo senso, consiste nell’abituarsi a respirare profondamente qualsiasi sia l’esecuzione cui si si sta dedicando dalle scale, ai lick fino agli esercizi di tecni e all’improvvisazione. Una corretta respirazione aiuterà il rilassamento muscolare e una maggiore fluidità e precisione di esecuzione.